mercoledì 1 febbraio 2012

Via Maestra

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Via Maestra è una raccolta di racconti di autori vari dedicati alla città di Brindisi – tra passato, presente e futuro, memorie, testimonianze e suggestioni – con lo scopo di valorizzare tutte le sfumature della nostra città, attraverso la scrittura creativa, e di presentarla sotto una luce nuova, donarle visibilità, riscoprirla in tutte le sue dimensioni e sfaccettature.
Il titolo Via Maestra richiama il nome che sino alla fine dell’Ottocento ha contrassegnato la lunga arteria che da Porta Napoli, ora Porta Mesagne, conduce sino al porto e che oggi è distinta nei tre distinti toponimi, uno in prosecuzione dell’altro, via Carmine, via Ferrante Fornari e via Filomeno Consiglio.
L’antologia, curata da Clara Nubile e Michele Bombacigno ed introdotta da una preziosa prefazione (“Percorsi della narrativa in Terra di Brindisi”) del prof. Ettore Catalano, ordinario di letteratura presso l’Università del Salento, si avvale del contributo di quindici autori, tutti brindisini, di nascita o d’adozione: Adrena, Michele Bombacigno, Antonio Caputo, Nadia Cavalera, Antonella De Carlo, Carmen De Stasio, Marcantonio Gallo, Maria Rita Greco, Stefano Lamonica, Ugo Libardo, Clara Nubile, Pierpaolo Petrosillo, Mino Pica, Sergio Sabato, Mimmo Tardio.
Il progetto e la elaborazione grafica sono di Giovanni Rubaltelli. Le foto in copertina sono state gentilmente offerte dal Gruppo di Facebook “Brindisini la mia gente”.


Introduzione Via Maestra

di Clara Nubile e Michele Bombacigno


Via Maestra. Perché?
In un gioco di ombraluce e intime penombre, in una dimensione temporale di confine, dove i futuri anteriori mutano nei nostri futuri possibili, e i passati addomesticati sono oasi in uno sterminato deserto che chiamiamo presente. Ombra di quel che fu, Brindisi: città di “zucchero azzurro” e “viola d’oblio” nelle visioni bodiniane, oggi s’incarna in una strada di carta, un insieme di ricordi, cemento e mani che accompagnano ogni nostra parola, scandita dall’amore e dalla memoria. Via Maestra – quella che oggi si chiama “corso” – era l’antica via che partiva da porta Napoli (ora detta porta Mesagne) e si dipanava fino al mare, spaccando in due la città lungo un percorso attualmente contrassegnato da tre diversi toponimi, uno in prosecuzione dell’altro: via Carmine, Via Ferrante Fornari, via Filomeno Consiglio. Quella era la via che conduceva al mare, quella da seguire. L’unica possibile. La via per l’acqua, le partenze, le navi, le speranze e l’altrove. Quella strada marina che percorrevano i romani, e tutti quelli venuti dopo di loro.
E anche questi racconti, come tanti piccoli sassi, percorrono, segnandola, quell’antica via, chiamata ancora Maestra dai vecchi rugosi, custodi di storie, segreti e anche di questa nostra luce così corporea e particolare. Questa luce “come carne cruda” che ci attende a ogni risveglio, o ritorno. 




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