È nello scrivere, nel tirar fuori i ricordi per
riconoscersi e nel trarre sollievo dalle parole addensate nella mente che si
diventa protagonisti della propria vita: i frammenti si ricompongono, le
esperienze vissute come “ferroviera” e le inquietudini di una giovane donna si
alternano alle emozioni riscoperte e
alla ricerca dell’amore vero, ostinatamente e dannatamente desiderato.
Il grande sogno d’amore diventa il respiro vitale attraverso
il quale si possono dimenticare le insidie del tempo sul proprio corpo, per non
intricarsi davanti alla propria immagine di “donna come tante” e l’occasione di
un diario personale può far cogliere la bellezza interiore di una donna che è
padrona della sua vita e mai semplice comparsa in un mondo estraneo.
Per Adrena le parole hanno ancora un profondo significato e
le residue zone oscure sono illuminate dalla mappa dei desideri e dalla
personale straordinaria avventura che fa ritrovare l’incanto e lo stupore della
voglia di vivere: l’umana conoscenza è esplorazione, visione dilatata e
tormento.
Fino all’ultimo respiro.
Massimo Barile
Una donna come tante
Una donna come tante
La recensione di Ciclostyle
Il confronto con Oriana Fallaci, con la
quale la protagonista di questo libro si confronta nelle prime
pagine, rivela fin da subito la
profondità di quanto il lettore si appresta a leggere. Stella, la
protagonista di questo libro, è una
donna. Una come tante. Aspetta un figlio che poi perderà. Ed è
parlando con Fallaci che spiega a
questo bambino il suo senso della vita mettendosi in
contrapposizione con la decisione della
più famosa scrittrice in ''Una lettera ad un bambino mai nato''.
Stella è un personaggio apparentemente
dai tratti comuni che svela le proprie caratteristiche e il
proprio carattere paragrafo dopo
paragrafo. E' una donna che non ha paura di raccontare la sua
sofferenza, ed è una sofferenza che si
avverte. Parla al figlio che porta in grembo e a lui racconta il
senso della vita in uno straordinario
flashback che aiuta a conoscere meglio lei, la sua casa, il suo
rapporto con il suo compagno Michele.
Stella fa entrare nel suo mondo il lettore. La straordinaria
capacità dell'autore è quella di
raccontare ''una semplice colazione in famiglia'' facendo gustare al
lettore, lasciato alla soglia della
porta di una cucina come tante, i sapori e l'atmosfera familiare.
Stella è una donna di grandi passioni:
ama dipingere e scrivere. E queste passioni sono per lei
catartiche. La scrittura, in
particolare, non è solo una sorta di terapia contro il dolore ma una ''necessit
inscindibile''.
Stella è una donna di grande passione,
che ha scelto di fare parte del mondo che vive , che lavora,
che viaggia che si diverte. La vita lei
l'affronta di petto. Alcune volte la fa soffrire, altre volte ne subisce
i meccanismi. E sono proprio quei
meccanismi che poi analizza e scompone.
Pagina dopo pagina il lettore viene
coinvolto e travolto. Conosce gli amici di Stella. e il suo
compagno di vita: Michele. Ma sono i
meccanismi della vita che ritornano insistentemente e che le
fanno scattare quella voglia di
mettersi in viaggio e combattere.
Stella ha un atteggiamento rivoluzionario
–; da sessantottina . che viene velatamente spiegato.
Vicenda dopo vicenda. Eventi mai
importanti quanto la sua maternità, seppure decisivi come lascare
un lavoro statale. E i motivi di questa
scelta il lettore più attento li può intuire poiche si svelano sempre
attraverso il racconto di una routine
disarmante che è in assoluta contraddizione con la sua creatività e
il suo carisma nonche il suo animo da
sessantottina.
E proprio affrontando il capitolo
lavoro che Adrena (pseudonimo di Maria Capone) tocca tematiche
importanti come ''la donna
lavoratrice'' , le difficoltà comuni come tante donne e i sensi da sola.
Perchè come è Adrena stessa a dire.
''la donna lavora sempre con i suoi sensi di colpa.
Stella è nata a Taranto e cresciuta a
Bari. Non si pone alla città come una estranea ma la vuole
conoscere e si fa raccontare da Michele
la storia. La critica costruttivamente
E' una donna che, come detto, ha il
coraggio di lasciare un lavoro statale per seguire le sue passioni
ma che, nel suo momento di ''non
senso'', vorrebbe ritornare suoi passi. Cerca un impiego ma si
scontra con le difficoltà di una tipica
donna a 40 anni. Si apre al confronto con l'amica Joanna
affrontando tematiche importanti come
la disoccupazione confrontando la realtà italiana con quella
olandese. (di Serena Passarelli)
Adrena, alias Maria Stella Capone, è
una donna particolare, poliedrica e il termine scrittrice non
racchiude le sue molteplici
sfaccettature.
Ho avuto il piacere di conoscerla, in
questi anni, ed ho scoperto una donna la cui caratteristica
principale è indubbiamente la
sensibilità: sensibilità verso le persone; sensibilità verso le bellezze del
mondo; sensibilità verso le storie che
attraversano un'epoca.
E' una donna cha ha scavato dentro se
stessa e dentro la vita. Ben consapevole della realtà che la
circonda ma con la saggezza di non
perdere mai di vista i sogni.
Lungo la narrazione il lettore scopre
tante realtà, la famiglia, il mondo del lavoro, il mondo dei genitori
e il mondo dell'amicizia. Sempre
accuratamente descritti con l'acutezza di un animo attento.
Ed è proprio questa acutezza che rende
più cruda la perdita di un'amicizia per motivi futili ed illogici,
per una mentalità arcaica radicata
nelle persone.
Una delle caratteristiche dell'autrice
è l'approfondire delle tematiche spesso dimenticate.
Scivolano via tra le mani del lettore
argomenti che portano a riflettere quest'ultimo, accompagnato
dolcemente per mano verso il muro
dell'evidenza, creando un dolce contrasto tra la sicurezza
mostrata sino ad ora e l'incertezza
svelata in una riga.
Nell'ultimo tratto della via percorsa
insieme, Adrena pone uno dei quesiti che spesso tormenta le
persone in momenti difficili:
''Cosa devo fare? Qual'era la mia
strada vera, quella che dovevo seguire a tutti i costi per lasciarla in
mano al destino?''
Nasce il dubbio ma svanisce presto come un temporale
stivo tra le righe di una poesia.
(di Maura Gatti)
“Una donna come
tante” è un libro nel libro. La storia, sicuramente difficile da raccontare, si
aggrappa ad alcuni stralci del libro “Lettera ad un bambino mai nato” di Oriana
Fallaci ed è forse per questo impareggiabile confronto che la protagonista come
l’autrice si definisce tale. La storia
di questa donna, che definirei coraggiosa, è sicuramente intensa, commovente e
riflessiva. La perdita di un figlio portato con gloriosa fierezza nel pancione
sazio di vita ne è altro che l’epilogo che apre il varco a un episodio
della vita della protagonista e nel quale ogni donna può facilmente identificarsi. Gli
episodi del passato si assemblano come in un puzzle a quelli del presente e del
prossimo futuro lasciando al lettore la possibilità di riflettere non soltanto
sulla vita o sulla morte, ma anche sulle svariate domande senza risposta alle
quali ogni uomo è abituato a confrontarsi.
L’autrice si fa conoscere nella maniera più semplice possibile, leggere vuol dire entrare nella sua casa e
nel suo animo. Il suo bisogno non è esclusivamente viscerale, emotivo, liberatorio,
ma un momento di condivisione. Adrena è
una donna che si racconta e ci racconta
e il suo animo, seppur ferito, è un libro aperto a tutti. “Una donna come tante” è un libro che sa mantenere alta l’attenzione del
lettore dall’inizio alla fine.
(di Michele Voi)
o
“Una donna come tante” è titolo che porta
considerazione al normale, all’ordinario, al consueto, il libro invece, narra
tutt’altro che l’esistenza di una donna come tante che non può solo definirsi
esperienza letteraria autobiografica che possa appagare o mitigare anche in
modo terapeutico, le inquietudini, le ansie e i dolori del quotidiano vivere.
Non siamo di fronte alla classica descrizione di eventi e logiche riflessioni,
né di fronte a un libro scritto con solo limite dell’esperienza che edifica gli
esserti. Attraverso una rappresentazione spalmata in modo superbo, una donna
“testarda” supera, escludendo a volte anche se stessa, le difficoltà di un
crudele epilogo che avrebbe dovuto cambiarle la vita. Nulla lascia intuire ciò
che sarebbe accaduto e che sconvolge ogni programma, ogni speranza, ogni
prospettiva. Ma proprio da questa estrema e terribile esperienza che avrebbe
cagionato per chiunque un crollo della propria esistenza, una donna che non è
“come tante”, seguendo un percorso inimmaginabile, commuta la tragedia in
evento dalle prospettive nuove altrimenti non possibili prima. La gravidanza
che segna la fine di una fase e l’inizio di un’altra, al passaggio dall’essere
figlia all’essere figlia e madre, qui, e non nella sola fantasia, ugualmente si
manifesta!
di Francesco Paolo Dellaquila
Il bacio di vetro
Il bacio di vetro
La recensione di Davide
Gorga in quarta di copertina
Negli ultimi anni, l’evoluzione
tecnologica ha messo a disposizione pressoché di chiunque strumenti di
comunicazione personale che, poco per volta, hanno occupato lo spazio lasciato
vuoto dai tradizionali luoghi di aggregazione e socializzazione. Invece delle
relazioni amicali, familiari, dei ritrovi cittadini o della piazza del paese,
oggi sempre più spesso si comunica
rimanendo chiusi in casa – ed in questo contesto il ruolo di Internet è
predominante.
Se da un lato, quindi, la comunicazione
(o forse sarebbe meglio dire il destinatario della stessa) si è quasi
smaterializzata, in quanto si veicolano essenzialmente idee e sentimenti,
relegando l’approccio fisico in un ruolo marginale, dall’altro è anche
diventata effimera, incerta, affidata a maschere informatiche sfuggenti, quindi
soggetta a svanire con la stessa facilità con cui si è creata.
È appunto in questa situazione
contraddittoria ed affascinante che vengono a trovarsi i protagonisti del
libro, Liol e Luana, lui sposato e quotidianamente frustrato da una routine in
cui non scorge che avvilimenti, lei libera ed apparentemente spigliata e
tuttavia sempre alla ricerca di relazioni significative nelle quali riversare
il proprio potenziale umano – il suo mondo interiore… L’incontro tra questi due
universi ideali crea, in breve tempo, un vortice di situazioni inaspettate dai
risvolti molto più intensi di quanto non fosse previsto dai protagonisti. La
risoluzione del dramma sarà rapida e rivelatrice per entrambi. Liol e Luana,
entrati inconsapevoli, soprattutto di sé stessi, in un’avventura sentimentale a
distanza, ne usciranno con l’acquisizione di una più ampia presa di coscienza,
trasformati, finalmente liberi nel profondo del loro stesso essere, in un
finale in cui la tecnologia non è più dominante, ma dominata.
Lo stile accattivante, asciutto, arguto,
fa di questo romanzo una lettura piacevole ed intrigante e rende giustizia ai
molteplici spunti di riflessione offerti senza disperdere il naturale interesse
del lettore per la trama.
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